Lezione 4

Lezione 4

In questa lezione abbiamo trattato svariati argomenti che riassumerò qui di seguito per un facile ed accessibile recap.

Per quanto concerne l’ironia abbiamo visto come questa sia sostanzialmente essenziale in uno speech (seppur in dosi proporzionate al tipo di contesto, pubblico, tema e filo conduttore). Si rende utile per creare un vero legame fra pubblico e speaker, dà sintonia immediata, allevia la tensione e, soprattutto, annienta le armi difensive della platea. Basta anche solo un aneddoto che risulti simpatico e/o addirittura divertente per dare un tono al proprio speech, ma ricordate sempre di tenere a mente i consigli di Tom Rielly che abbiamo elencato a lezione.

Tornando a parlare di storytelling, invece, abbiamo visto come questo rappresenti un elemento ancestrale volto al consentire alle persone di apprendere un concetto senza sperimentarlo (le fiabe nascono con questa finalità “didattica” consentendo ai bambini di imparare che non ci si fida degli sconosciuti senza necessariamente doverli mandare nel bosco a chiacchierare con un vero lupo affamato).

Abbiamo altresì sottolineato l’importanza fondamentale delle metafore che riescono ad utilizzare il campo di esperienza di chi ascolta per costruire un’idea che appartiene invece al campo di esperienza di chi parla (quando si utilizza la metafora dell’elica d’elicottero per spiegare il DNA ad un bambino si fa esattamente questa cosa): è essenziale essere abili nel creare metafore, pertanto tenetevi in allenamento.

Punto d’incontro fra i due punti precedenti sono quelle storie che nascono per essere metaforiche: le parabole. Queste sono assai più difficili da gestire per via della doppia lettura che hanno (infatti hanno senso sia prese alla lettera che se prese come metafora), ma garantiscono un effetto-wow in chi le decifra e ne riesce a cogliere con soddisfazione l’essenza.

In ultimo, o quasi, ci siamo occupati della persuasione definendola come quel processo che prevede il convincere qualcuno che il suo modo di vedere un aspetto del mondo non sia propriamente corretto. Questa definizione è importante specialmente perché, per com’è formulata, mette il focus non tanto sull’idea che vogliamo “inculcare” nel nostro pubblico, bensì su quella che il pubblico verosimilmente già ha e che dobbiamo prima premurarci di smantellare utilizzando la ragione e argomenti razionali.

Proprio la ragione rappresenta uno degli aspetti più controversi: la ragione è quella che ci porta a credere indissolubilmente a qualcosa, una sorta di scudo a protezione di ciò che riteniamo razionalmente vero. Questo scudo non può essere abbattuto (non posso convincere nessuno che sono in grado di volare semplicemente mostrandoglielo, perché si attiverebbero le famigerate “armi difensive” della nostra mente come lo scetticismo che ci farebbero essere incontrovertibilmente certi ci sia un trucco), ma questo scudo può essere messo a protezione di nuove idee e concetti. Se riusciamo, infatti, a presentare passo dopo passo, in maniera lineare, un’idea al pubblico utilizzando un ragionamento che si basi sulla ragione e la logica (se A è uguale a B e B è uguale a C, allora…) potremo far passare la nostra idea nella schiera di quelle razionalmente vere e da proteggere. Easy! (..quasy!)

Vi lascio questo speech (non è stato fatto all’interno di un evento TED, pertanto ha durata, esposizione e modalità difformi in alcuni aspetti rispetto a quello che abbiamo visto). I sottotitoli sono solo in lingua inglese, ma si capisce il concetto. Quest’uomo usa la persuasione e fa leva sul ragionamento logico per convincere tutti che l’immigrazione (tema controverso e delicato) sia un male.

Veniamo ora alla parte succosa della lezione, quella in cui abbiamo parlato dei vostri speech che terrete ufficialmente in pubblico nella sesta ed ultima lezione prevista per il 18 maggio.

Come scrivere questo speech

Una delle tecniche che più si presta a questo specifico corso (ribadisco ancora una volta e nero su bianco che questa non è la tecnica consigliata nella maggior parte dei casi, ma conoscendovi so che non avete quello stimolo a sedervi e scrivere o ragionare come ce lo avreste se vi toccasse davvero parlare davanti ad una vasta platea ad un convegno, seminario, riunione, etc); dicevo, una delle tecniche che più si presta è sicuramente quella in cui lo speech lo provate a dire ad alta voce appuntandovi man mano i vari concetti che vengono fuori fino a delineare una vera e propria scaletta (vi ho sconsigliato di scrivere un vero e proprio copione, perdereste di naturalità se non foste in grado di recitarlo a dovere).
Fatto ciò non vi resta che limare e modellare la scaletta e lo speech secondo gli appunti e le nozioni che avrete appreso durante il corso.

Come fare le prove

Le prove, in generale, vanno fatte sempre e in svariati contesti. Quindi che sia ad alta voce, sussurrando, in doccia, alla guida, mentre si porta a spasso il cane o si è a cena (ok, forse a cena no se non volete essere scambiati per pazzi!)… Provate sempre e comunque però, perché quello che accadrà è che imparerete a ricordare lo speech anche mentre siete distratti dal fare altre cose (ad esempio se state guidando) e quindi nessun imprevisto potrà distrarvi una volta sul palco. Un’accortezza è quella di non aggiungere nuovi elementi allo speech in questa fase, ma di cercare di andare avanti anche quando si perde il filo senza tornare indietro e ricominciare, bensì proseguendo avanti e ritornando sulla strada che ci si era prefissata. In questo modo vi allenerete anche a tornare in carreggiata qualora ne usciste e, credetemi, l’ansia può giocare questo ad altri brutti scherzi.

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